– il fiume Danubio scorre per le terre di quel Popolo.Ecateo, e così i greci tutti, li chiamerà con il nome che, a detta loro, gli stessi Celti si definivano: KELTOI.L’archeologia qui ci viene incontro:
– nella città etrusca di Spina, nel ferrarese, è stata rinvenuta una ciotola, in vernice nera, su cui è graffito il nome KELTIE (in gerco sarebbe KELTOS).Parrebbe quindi che il termine KELTES sia il singolare di KELTOI ?
A mio parere si.
Ma i greci indicavano i Celti anche con un altro nome: GALATI.
Nel 279 a.c., un forte esercito celtico, guidato da Brennos (parlerò successivamente del nome Brennos: non è un nome proprio, ma più propriamente un titolo militare) e da Akichorio.
Si addentrarono in grecia, sconfiggendo a più riprese gli ellenici:
– la Grecia era stremata ed i celti mossero su Delfi, l’Ombelico del mondo Greco, il centro pulsante in cui uomo e divino si incontravano.
Il Templio in onore ad Apollo venne saccheggiato.
Ma un esercito di Etoli e Focesi raggiunse delfi, facendo ritirare i guerrieri celtici.
Il grande esercito si divise in due trochi:
– uno salì in Tracia
– ma l’altro troncone, guidato da Leonnorio e Lutario (che a me parrebbe un nome germanico) si spostò, attraversando il mare Egeo, in Ionia, chiamati dal re di Bitinia Nicomede.
Da quella avventura, dopo guerre e sconfitte, l’armata celtica si stanziò nel cuore della penisola anatolica, creando il Principato di Galazia, che i greci chiamarono “KOINON GALATON”.
Pare che il nome GALATI fosse stato affibbiato ai Celti per la loro carnagione:
– dal greco GALA, “latte”, per cui potrebbe essere che Galatei significhi “dalla carnagione bianca come il latte” (vedi la Via Lattea, la ninfa Galatea..)
cioè:
– la carnagione dei greci color cuoio, scurita dal solleone: era un popolo di navigatori, e chi sta in mare, sa che la pelle prende una colorazioe briunita
– mentre la carnagione dei Galati, abitanti dell’Europa continentale, boschiva, era ben più chiara di quella dei greci navigatori.
Da qui, Galatei, “bianchi come il latte”.
Galata morente è una copia romana marmorea di una scultura ellenistica, forse realizzata in bronzo. L’opera fu commissionata tra il 230 a.c. e il 220 da Attalo I° di Pergamo, per celebrare la sua vittoria contro i Galati.
Diverso è invece il nome con cui i Romani chiamavano i Celti:
– GALLI o appunto,
– CELTAE (celti)
come da prova Gaio Giulio Cesare, nel suo incommensurabile scritto storico-militare-culturale “De bello gallico”, diario della guerra di conquista della Transalpina del discendente di Venere, negli anni 58-52 a.c.
Col termine Galli, i romani indicavano quelle popolazioni che abitavano nell’attuale Francia (Gallia Transalpina) e l’Italia settentrionale (Gallia Cisalpina, con esclusione del Veneto, controllato dalla popolazione dei Veneti nell’ovest ed a nord dai Reti).